"il testo che segue era stato lasciato come un commento ad un post, ma come vedrete meritava di essere pubblicato come un vero e proprio articolo"
Grazie a te Otlano per averci portato un messaggio cosi profondo.
Ricordi di un tempo che fu….
“Una manciata di piccoli semplici ricordi che sembrano di epoca remota” Roccamonfina, cittadina di non so quante anime, allora, non aveva molta importanza, quello che contava era che ci si conosceva un po’ tutti, si andava a messa la domenica, si aspettava la Calata di S.Antonio.Si salutavan tutti, ci si scambiava favori e cortesie, a volte spezie, a volte cibo, altre volte arnesi, ma per lo piu’ ci si aiutava a vicenda.Come non ricordarsi dei momenti di quando si ammazzava il maiale, e noi ragazzi a reggere la coda della povera bestia….. ma, allora era un rito. “a sauciccia”, “ri friculi”, a “nzogna”, era quasi una festa che vedeva coinvolti vicini e parenti, ognuno collaborava con la sua “specializzazione”.Come si possono dimenticare le fredde sere d’inverno, senza televisione, né mezzi di comunicazione, quando, gli anziani parlavano “velato” a raccontar storie di briganti e di “prelleati”, spiriti e streghe, “ianare”, e tesori da dissotterrare e conquistare; e noi, fanciulli, lì, ad ascoltare e a far finta di non sentire, a cercare di capire, cio’ che a volte tutt’ora ci appare incomprensibile.Come non ricordare la vendemmia, raccolta dell’uva dai tralci, e alla fine, la festa di arrampicarsi sul “pennolone” per spremere l’uva, cosa che avveniva con l’ausilio di una pietra che, issata con una corda spessa su una trave di legno che facendo leva tra il muro e la cassa contenente i vinacci dava luogo alla fuoriuscita del nettare d’uva del quale eravamo ghiotti.Come non ricordare, i pomeriggi passati a “spreglià u rauriniu” laddove, perennemente facevano da colonna sonora i racconti fantasiosi dei vecchi, racconti di guerra e di fame, di prigionia e di dolore; le “pizzicate” dei piu’ audaci e le risatine allusive delle donne, che partecipavano quasi con distacco ai doppi sensi e alle ilarità che noi ragazzi ascoltavamo, senza troppo capire. Ma , forse era proprio quell’alone di mistero e di inconsapevolezza che accattivava la nostra attenzione, (pura follia al giorno d’oggi).Quanto tempo è passato……..??? non crediate tanto, vi sto parlando certamente di poco piu’ di mezzo secolo… sembra un altro mondo. Eppure, vi garantisco, quei sapori noi li assaggiavamo, quegli odori, ognuno aveva un significato, quei rumori, quel vociare sommesso, a volte di Rosari, a volte di chiacchierate intorno al camino, noi li “sentivamo”…vivevamo le emozioni del mistero e della scoperta, della conquista e della sconfitta, della gioia e del dolore; eravamo ricchi senza saperlo:avevamo emozioni! Otlano.
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4 commenti:
Un pensiero veramente profondo,é veramente un peccato che non esistono piu' quei tempi pieni di fascino.
Semplicemente sensazionale!
Altri tempi... purtroppo.
Il pensiero di Otlano non è sensazionale , non è nemmeno antico , ma è vero e attuale , forse la nostalgia non è riferita ai tempi passati ma alla incapacità di provare delle emozioni per delle cose semplici perchè dell'era di Internet , e del di tutto di più si è smarrita la strada del cuore...
Grazie Otlano per averci fatto riflettere
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